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Anneliese Michel (Leiblfing, 21 settembre 1952Klinberger am Main, 1º luglio 1976) è stata una donna tedesca che si riteneva posseduta e si sottopose a riti di esorcismo. Alla sua drammatica vicenda si sono ispirate opere letterarie e cinematografiche, tra cui The Exorcism of Emily Rose diretto da Scott Derrickson e Requiem di Hans-Christian Schmid.

Biografia[]

Cresciuta in una piccola città della Baviera, in una famiglia cattolica di ceto medio-basso, nel 1968 Anneliese iniziò a soffrire di convulsioni che la tormentarono durante gli anni della scuola superiore. All'inizio si sottopose a visite mediche e le fu diagnosticata una forma di epilessia; le furono prescritti medicinali per curare entrambe le sintomatologie. Nonostante le cure, Anneliese sosteneva di vedere volti demoniaci in tutte le persone che la circondavano. La rara forma epilettica di cui soffriva la portava a credere di essere posseduta da demoni; alla sua morte, causata da una forte crisi epilettica, molti sostennero che fosse morta a causa dei demoni.

Primi sintomi[]

Tra i primi sintomi accusati dalla giovane c'erano paralisi degli arti, uno smisurato accrescimento del torace, rigidità improvvisa del corpo e l'impossibilità di parlare[1]. Fu tuttavia in grado di riprendere gli studi e conseguire il diploma e nel settembre 1973 si iscrisse all'università di Würzburg per realizzare il suo sogno di diventare insegnante elementare.

Quando le preghiere non l'aiutarono più a sopportare ciò che le succedeva, Annaliese si rivolse alla Chiesa, convinta di essere posseduta dal maligno, ma, in un primo tempo non le venne praticato l'esorcismo e fu invitata a diventare più devota. [1]

Le condizioni fisiche e psichiche di Anneliese peggiorarono: iniziò ad automutilarsi, mordere i propri familiari e mangiare insetti; giunse a staccare e ingurgitare la testa di un uccello. Inoltre si strappava i vestiti di dosso, si comportava come un cane emettendo guaiti, orinando sul pavimento e leccandolo.[1][2]. Convintasi che ciò che le accadeva fosse colpa dei suoi peccati e di quelli che le stavano vicino, Anneliese decise di dormire su un pavimento di pietra come penitenza. Allo stesso tempo, nei momenti in cui si riteneva posseduta, distruggeva qualsiasi simbolo religioso le capitasse a tiro (crocifissi, quadri, rosari). Soffriva poi di attacchi di diarrea con perdita di sangue, aveva conati di vomito verdastro e mangiava caramelle gommose a forma di vermi.

Venne ricoverata in ospedale, dove i continui attacchi che subiva convinsero i medici a somministrarle tranquillanti e sottoporla ad alimentazione forzata[3].

Esorcismo[]

Dopo cinque anni di lotta con la malattia, durante i quali la ragazza continuava le cure, i genitori iniziarono la ricerca di qualche religioso che potesse praticarle un esorcismo. Perché l'esorcismo potesse esser ordinato, la Chiesa aveva bisogno di dichiarare la ragazza come realmente posseduta. Ciò avvenne nel settembre 1975 ed il vescovo Josef Stangl scelse come esorcisti il parroco Ernst Alt e padre Arnold Renz. Secondo i due esorcisti si sarebbero manifestati sette demoni tra cui Lucifero, Giuda, Legione e Belial[1]. L'esorcismo proseguì per quasi 10 mesi, da settembre 1975 a giugno 1976. Durante le varie sedute furono scattate numerose foto e venne registrato un nastro di circa un'ora e mezza di durata in cui si sentirebbe Anneliese parlare con voce "demoniaca" in più lingue (oltre il tedesco, lingua madre, avrebbe parlato in latino, greco, aramaico e altre lingue antiche), molte volte sdoppiando la voce in due distinte. Durante questo periodo la donna perse molto peso perché si rifiutava di mangiare e bere a causa dei "demoni che glielo impedivano"; questo portò a un indebolimento e alla debilitazione del suo corpo, martoriato dalle lesioni autoinflitte. Nei momenti di lucidità Anneliese non faceva altro che pregare e le continue genuflessioni le causarono la rottura di entrambe le ginocchia. Durante il rito di esorcismo Anneliese mostrava una forza impressionante, tanto che, in alcune sedute, per tenerla ci vollero parecchi uomini forti. Il rito avveniva generalmente tre volte a settimana.[4]. Gli esorcismi, come riportato dal film estremamente documentato Requiem, furono 12 in totale.

La missione di salvezza[]

Anneliese scrisse delle lettere ai suoi esorcisti chiedendo la fine del rito ed asserendo di aver avuto un incontro con la Vergine Maria che l'avrebbe messa davanti ad una scelta: esser liberata dai demoni e trovare la pace eterna subito, o continuare a subire la possessione e tutto il potere dei demoni per poter salvare il mondo e le anime di tutti. Anne scelse di rimanere posseduta per la salvezza del mondo interrompendo la pratica di esorcismo. Pronta a morire in "grazia" avrebbe predetto la data della sua morte.[1][2]

La morte e le condanne per omicidio colposo a genitori ed esorcisti[]

A mezzanotte del 1º luglio 1976 Anneliese, come aveva predetto nelle sue lettere, morì a soli 24 anni. Prima di morire chiese al prete di pregare per lei; le ultime parole andarono alla madre alla quale chiese scusa. L'autopsia rilevò come causa della morte la forte debilitazione causata da malnutrizione e disidratazione (al momento della morte pesava solo 30 kg). Secondo gli agenti che svolsero le indagini e i medici che passarono al vaglio il caso, un'alimentazione forzata (tramite flebo) avrebbe potuto salvare la vita della giovane. I genitori, il parroco e l'altro prete furono indagati per omicidio colposo. Il processo iniziò a marzo 1978 e si concluse con il riconoscimento con la condanna dei due chierici e dei genitori a 6 mesi di reclusione con la condizionale per negligenza e omicidio colposo.[1][2][4]

Una commissione di vescovi chiese espressamente alla Santa Sede di abolire il rito romano dell'esorcismo, ma la Chiesa si limitò a introdurre un nuovo rito nel 1998 chiamato De exorcismis et supplicationibus quibusdam[4].

Prima dell'inizio del processo i genitori chiesero di riesumare il corpo della figlia, sepolto in un cimitero dove sono sepolti figli illegittimi, vittime di suicidi o persone considerate gravi peccatori (assassini). La riesumazione venne chiesta soprattutto in seguito a una lettera che una suora carmelitana mandò ai genitori, parlando loro di una visione in cui il corpo della figlia, a distanza di quasi due anni dalla morte, non si era deteriorato (è da considerare che in quel periodo non tutti potevano permettersi bare con interno zincato dove il deterioramento avveniva più lentamente). Nonostante la salma sia stata riesumata non esiste nessuna foto pubblica del corpo che venne definito "decomposto come qualsiasi altro corpo".[1]

In seguito la tomba di Anneliese è stata spostata vicino alla sua casa natale ed è continua meta di pellegrinaggio. La Chiesa cattolica dopo la morte istituì una commissione di inchiesta che definì la ragazza non posseduta, ma attualmente la posizione ufficiale è favorevole all'ipotesi della possessione.

Fede contro Scienza[]

Ciò che portò Anneliese a credere di esser posseduta fu quasi certamente la sua forte religiosità. Nata e cresciuta in una famiglia cattolica, quando Anneliese aveva solo 4 anni sua madre partorì una figlia illegittima (morta a 8 anni in seguito ad un'operazione). Probabilmente Anneliese si sentiva in dovere di espiare anche le colpe della madre, che secondo la tradizione cattolica era colpevole di un grave peccato.[3] Dopo i primi attacchi di convulsioni e le prime visite mediche le fu diagnosticata un'epilessia del lobo temporale[1][3] che, secondo i medici, le provocava sia le convulsioni che le visioni. È inoltre assodato dalla medicina che alcuni farmaci, soprattutto quelli usati nel passato che agiscono direttamente sul cervello, possono provocare allucinazioni in certi pazienti: questo e la psicosi che secondo i medici affliggeva la ragazza furono la spiegazione di ciò che Anneliese vedeva e delle sue "possessioni".

Il processo che seguì la morte vide ancora una volta uno scontro tra fede e scienza: l'accusa di omicidio colposo per i quali saranno riconosciuti colpevoli i due preti e i genitori della ragazza, viene giustificata dalla decisione di questi e della ragazza di abbandonare la medicina tradizionale per usare rimedi alternativi. Tale scelta fu presa dalla ragazza in accordo con i genitori e i sacerdoti in quanto la cura medica non si era rilevata efficace e le sue condizioni e i suoi sintomi peggioravano col tempo. Se, quindi, durante l'esorcismo la ragazza avesse continuato la cura e le fosse stata imposta l'alimentazione forzata tramite flebo (come già era avvenuto in precedenza quando era stata ricoverata in ospedale), secondo l'accusa si sarebbe salvata o comunque, in caso di morte, i genitori e i sacerdoti non sarebbero potuti esser considerati negligenti.[5]

Cinema e libri[]

The Exorcism of Anneliese Michel[]

Fu il primo libro scritto su questo esorcismo o per meglio dire sul caso di Klingenberg, molto completo nei suoi contenuti. L'autrice Felicitas D. Goodman non tratta solo l'argomento "esorcismo", ma parla dell'intera vicenda dal punto di vista investigativo e giudiziario. Questo libro ha ispirato il film The Exorcism of Emily Rose.

The Exorcism of Emily Rose[]

The Exorcism of Emily Rose (2005), di Scott Derrickson è fortemente ispirato al libro di Goodman The Exorcism of Anneliese Michel e alla vicenda stessa. Gli eventi reali sono richiamati nei titoli di coda ma i riferimenti ai fatti accaduti sono stati naturalmente adattati alla finzione scenica: l'ambientazione dei fatti è spostata negli Stati Uniti d'America e Anneliese nella pellicola ha il nome di Emily Rose; i due sacerdoti sono stati riuniti nella figura di un unico prete. È grazie a questo film che recentemente il caso ha avuto di nuovo molto seguito. Tuttavia, sia gli esorcismi che i comportamenti della vittima non corrispondono alla lunga esperienza della tradizione cattolica, ma presentano una spettacolarizzazione cinematografica della realtà.

Requiem[]

E' il film tedesco che, secondo la maggior parte degli storici e dei cinefili, ha meglio espresso e raccontato la vera storia della Michel; essendo di miglior fattura e meno romanzato e americanizzato per il grande pubblico come fu il precedente. L'attrice protagonista, Sandra Huller, è stata insignita di numerosi premi per la sua interpretazione, come al Festival di Berlino l'orso d'argento per la miglior attrice.

Letteratura tedesca[]

Tesi Religiosa[]

  • Uwe Wolff: Das bricht dem Bischof das Kreuz. Die letzte Teufelsaustreibung in Deutschland 1975/76. Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1999, ISBN 3-499-60619-4
  • Uwe Wolff: Der Teufel ist in mir. Heyne, München 2006, ISBN 3-453-60038-X (Neuausgabe von Das bricht dem Bischof das Kreuz)

Tesi Scientifica[]

  • Georg Siegmund (Hrsg.): Von Wemding nach Klingenberg. Vier weltberühmte Fälle von Exorzismen. Christiana-Verlag, Stein am Rhein 1985, ISBN 3-7171-0869-7
  • Elisabeth Becker (Hrsg.): Der Exorzismus der Kirche unter Beschuss. Christiana-Verlag, Stein am Rhein 1995, ISBN 3-7171-0991-X
  • Lisl Gutwenger (Hrsg.): „Treibt Dämonen aus!“ Von Blumhardt bis Rodewyk. Vom Wirken katholischer und evangelischer Exorzisten. Christiana-Verlag, Stein am Rhein 1992, ISBN 3-7171-0956-1

Musica[]

  • Il gruppo heavy metal Aeterna Nox ha scritto una canzone intitolata For The Eternal Life basandosi sulla storia di Anneliese Michel
  • Il gruppo Public Image Ltd. dedicò al caso la canzone Annalisa, contenuta nel loro disco di debutto, First Issue, del 1978.

Collegamenti esterni[]

Note[]

Collegamenti esterni[]





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