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Areidansk (Aridico o Aridanico) File:Areidansk.gif
Creato da Carmelo Lupini nel 1988
Contesto dialetto indoeuropeo artificiale
Persone meno di una decina
Sicilia nord-orientale (ME) e principalmente solo per iscritto, parlata molto raramente
Classifica non nelle prime 100
Tipo flessiva SOV
Filogenesi Lingue artificiali
 Lingue artistiche/ausiliarie
  Areidansk
Codici di classificazione
ISO 639-2 art (Lingue artificiali)
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
Traslitterazione
Sòlyin yin gomànyin mùtkyin gìnhunt àt'egvàryin pratyùtvam at'edikàrins. Areidènam èryin sègent àti pindànam at'èrsi dolisjèna èsti tis vraterànskem àgĕne ènter sev.

L'Areidansk è una lingua artificiale nata nel 1988 ad opera di Carmelo Lupini. Inizialmente creata come mero esperimento linguistico; attualmente conta qualche migliaio di vocaboli e possiede una complessa grammatica. Essa è stata immaginata come una possibile evoluzione di una parlata indoeuropea le cui parole derivano dalle radici ricostruite dai linguisti e inserite nel lessico secondo leggi fonetiche prestabilite; alcuni esempi:

i.e. *kṃtom ‘cento’ > kintom;
i.e. *louksna ‘luminosa’ > luxna ‘stella’;
i.e. *bher / *bhar ‘portare’ > varne;
i.e. *dakru ‘lacrima’ > dakruvs / dakrus.

Ne risulta una lingua che ha in comune col greco, col sanscrito e con il latino il maggior numero di radici; non mancano poi parole nuove, tipiche della lingua, alcune inventate e qualche prestito vero e proprio da altre lingue antiche e moderne.

Estratto: λόγιον 22 del Vangelo gnostico di San Tommaso apostolo in traslitterazione:

« Yèsus itons orvins vevìdait melkom deyeyengins. Er svosi sjixstasi vevàyait: detyin orvyin kyendyin tim melkom slabyunt somyin esyunt kyenzi enterint te Vasilman dom khimilom. Eryin ab'erèi pepèdavrant: iv enyin orvyin vìremas te Vasilman enterìremas? Yesus ersi uittàrait: kvon aba dveye kàrreda itom, kvon dam entram plevram kàrreda rak da ektra ati dam upararèam rak da podarèa, kvon aba di mali ati de demne ito esman kàrreda nyestu estye mal ati demna, kvon it lokan tèdreda aganti iti lokani, itam gostam aganti ite goste ab'itom podim aganti iti podi, itam murtim aganti ite murti, dem te Vasilman enteryìreda. »

Traduzione:

« Gesù vide dei bambini che succhiavano latte. Egli disse ai suoi discepoli: questi bambini che prendono il latte sono simili a quelli che entreranno nel Regno dei cieli. Loro gli chiesero: se noi diventeremo bambini entreremo nel Regno? Gesù gli rispose: quando di due farete uno, quando la parte interna farete come l'esterna e la superiore come l'inferiore, quando del maschio e della femmina farete un solo essere affinché non vi sia né maschio né femmina, quando metterete un occhio al posto di un occhio, una mano al posto di una mano e un piede al posto di un piede, un'immagine al posto di un'immagine, allora entrerete nel Regno. »

Scrittura[]

La scrittura utilizzata dall'Areidansk
La scrittura utilizzata dall'Areidansk

L'Areidansk utilizza una propria scrittura costituita da 33 caratteri che esprimono un singolo suono, più uno che non è mai iniziale di parola e che esprime la n velare /ŋ/; 15 di essi possiedono segni diacritici. Altri nove caratteri espimono un suono doppio. Altri due sono la e e la u brevi e non sono mai iniziali di parola.

Traslitterazione Valore fonetico
a /a/
b /b/
g /ɡ/
d /d/
e /e/
f /f/
kh /x/
i /i/
j /ʒ/
k /k/
l /l/
m /m/
n /n/
o /o/
p /p/
nh /ɲ/
r /r/
s /s/
t /ŋ/
u /u/
v /v/
lh /ʎ/
sj /ʃ/
y /j/
ts /ts/
z /dz/
tsj /tʃ/
dj /dʒ/
x /ks/
ĕ /ə/
ŭ /w/

Grammatica[]

La lingua, dal punto di vista morfologico, pur presentando diverse innovazioni rispetto al sistema indoeuropeo, appare molto conservativa. La sintassi, invece, è più simile a quella del latino, infatti tende a una struttura di tipo centripeto, cioè organizza le proposizioni in una struttura gerarchica di frasi principali e subordinate. Frequenti sono le composizioni nominali e verbali e altre caratteristiche rendono l'Areidansk particolarmente adatto ad esprimere concetti astratti e principi filosofici; non a caso tale lingua è stata usata soprattutto per la traduzione o la scrittura di testi gnostici ispirati allo Gnosticismo e alla letteratura vedica. Il nome di questa lingua è un aggettivo derivante dalla parola arèiz che significa ‘numero’, pertanto areidansk può essere tradotto letteralmente in italiano con ‘calcolato’ o con ‘elaborato’, ‘raffinato’. Questo nome allude alla struttura generalmente complessa della lingua, ma dalla morfologia lineare e priva di vistose irregolarità, da una sintassi estremamente logica e da una notevole capacità di esprimere idee molto complesse; si è infatti trattato di “codificare” minuziosamente una massa di materiale linguistico in una solida struttura per dar forma a una vera e propria lingua che, a differenza della natura “sincretista” di lingue come l'Esperanto o l'Eklektu, si presenta molto unitaria e compatta, soprattutto nel lessico.

L'accento cade di solito sempre sulla penultima sillaba, ma alcune voci verbali presentano l'accento sulla terzultima. I sostantivi possono appartenere a tre generi: maschile, femminile e neutro e sono suddivisi in quattro classi di declinazione: 1) declinazione femminile in vocale, 2) declinazione maschile e neutra in vocale, 3) declinazione maschile, femminile e neutra in consonante, 4) declinazione mista. I casi sono otto: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, locativo, strumentale e prepositivo Esiste un articolo determinativo e uno indeterminativo. Il verbo ha un'unica coniugazione nella quale rientrano temi verbali in vocale e in consonante; la sua struttura è molto complessa e prevede l'utilizzo di tre temi da cui derivano modi e tempi: tema del presente, tema del perfetto e tema dell'infinito. I modi sono: indicativo, congiuntivo, desiderativo, imperativo, participio e infinito. I tempi sono: presente, imperfetto, futuro, perfetto, piuccheperfetto, passato prossimo, futuro anteriore. Frequenti sono le forme composte. Le coniugazioni derivate sono quattro: causativo, intensivo, precativo, denominativo. Le radici verbali monosillabiche sono soggette ad alternanze apofoniche che ne alterano il significato.

Declinazione di vedena ‘sapienza’ (femminile), devos ‘dio’ (maschile), yugo ‘giogo’ (neutro), vox ‘voce’ (femminile), tekan ‘mondo’ (neutro):

casi Singolare Duale Plurale
Nom. vedena devos yugo vox tekan vedene deve yuge voke tekane vedenyen devyin yuga vokyin tekanya
Gen. vedenes devus yugus vokis tekanis vedenàin devòin yugòin vokèin tekanèin vedenasom devosom yugosom vokom tekanom
Dat. vedenài devòi yugòi vokèi tekanèi vedenàin devòin yugòin vokèin tekanèin vedenasi devosi yugosi voxi tekansi
Acc. vedenam devom yugo vokim tekan vedene deve yuge voke tekane vedenans devons yuga vokins tekanya
Voc. vedena deve yugo vox tekan vedene deve yuge voke tekane vedenyen devyin yuga vokyin tekanya
Loc. vedenài devòi yugòi vokèi tekanèi vedenàis devòis yugòis vokèis tekanèis vedenasu devosu yugosu voxu tekansu
Strum. vedenad devod yugod vokid tekanid vedenàis devòis yugèis vokèis tekanèis vedenasi devosi yugosi voxi tekansi
Prep. vedene devu yugu voki tekani vedenàe devòe yugòe vokeye tekaneye vedènŭe dèvŭi yùgŭi vòkŭes tekànŭes

Coniugazione di un verbo: karne (infinito) ‘fare’; la coniugazione è molto complessa, si daranno a titolo d'esempio solo le seguenti forme:

persona e numero Presente indicativo Presente congiuntivo Futuro indicativo Imperfetto indicativo Perfetto indicativo
I p. singolare karmi karmye kàrremi àkarvam kekàrai
II p. singolare karsi karsye kàrresi àkarvas kekàraist
III p. singolare karti kartye kàrreti àkarvat kekàrait
I p. duale karvas karvyas kàrrevas akàrvavas kekàravvas
II p. duale kardas kardyas kàrredas akàrvadas kekàravdas
III p. duale kartas kartyas kàrretas akàrvatas kekàravtas
I p. plurale karmas karmyas kàrremas akàrvamas kekàravmas
II p. plurale karda kardya kàrreda akàrvada kekàravda
III p. plurale karyunt karyent karrent àkarvant kekàravrant

Tra le innovazioni morfologiche di un certo rilievo va segnalato l'imperfetto con la radice aumentata e rideterminata con impiego di un suffisso cui si aggiungono le normali desinenze secondarie:

skindne "spezzare" > àskindvam "spezzavo"

Solo il verbo esne "essere" viene spesso usato senza l'utilizzo del suffiso va:

àìsvam "ero" oppure àìsam.

Le funzioni dell'aoristo e del perfetto, come in latino, sono entrambe riunite nella forma del perfetto.

Una caratteristica rilevante del verbo aridanico consiste nella capacità dei verbi monosillabici di modificare il loro significato di base, in senso diminutivo o accrescitivo, senza ricorrere all'ausilio di suffissi, semplicemente variando il grado della vocale radicale. Se la vocale viene ridotta, il significato subirà un'alterazione in senso diminutivo o temporaneo; esempi:

vidne ‘vedere’ > vdene ‘dare un'occhiata’;
keirne ‘tagliare’ > kirne ‘taggliuzzare’.

Se la vocale viene ampliata anche il significato del verbo subirà una modifica in senso accrescitivo o durativo; esempi:

evudne ‘illuminare’ > evodne ‘inondare di luce’
pekvĕne ‘cuocere’ > pàìkvĕne ‘cuocere molto / a lungo’.

L'ampliamento e la riduzione della vocale radicale segue delle regole ben precise.

Particolare attenzione, dunque, è riservata all'aspetto verbale ovvero alla qualità dell'azione che, espressa secondo regole sintattiche e morfologiche ben determinate, può anche essere:

durativa e indefinita, es.: vorbĕmi ‘parlo’;
immanente, es.: esmi vorburos ‘sto per parlare’ (perifrastica attiva);
ingressiva, es.: vegunĕmi vorbengs ‘inizio a parlare’;
progressiva, es.: esmi vorbengs ‘sto parlando’ (presente continuato);
intensiva, es.: vevorbyami ‘continuo a parlare’;
conclusiva, es.: termanĕmi vorbengs ‘finisco di parlare’;
resultativa, es.: segemi vorbit ‘ho parlato’;
puntuale o perfettiva, es.: vevòrbai ‘parlai’.

Aspetti culturali[]

File:Areidansklogo.gif

Bandiera dell'Areidansk

Gran parte dei testi scritti e tradotti in Areidansk appartengono alla tradizione gnostica e vedica. I testi insistono spesso sull'unità primordiale dell'uomo con l'universo divino e in più viene anche evocata la figura dell'androgino, essere metafisico non soggetto alla dolorosa dicotomia maschio/femmina continuamente alimentata dal desiderio sessuale inteso come inganno del mondo materiale per perpetuare il suo regime tirannico sulle anime imprigionate nei corpi fisici.

Collegamenti esterni[]




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